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Artestampa Edizioni 60061 I DEPOSITI LOCOMOTIVE DI BOLOGNA 1973-2023 – Il Circuito RFI di San Donato e gli analoghi impianti europei di Maurizio Tolini

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Artestampa Edizioni 29599 FERROVIE DI MILANO di Silvio Gallio

Artestampa Edizioni 29599

FERROVIE DI MILANO di Silvio Gallio

FERROVIE DI MILANO – Il quadrante Nord-Est e le prime Strade Ferrate di Silvio Gallio Con questa sua recente fatica, Silvio Gallio ci porta a sorvolare la vecchia Milano della metà Ottocento. E scopre una particolarità che ancora era sfuggita: le prime ferrovie, nate ai bordi della città, sono concentrate nel tempo e nello spazio. Concentrate nel tempo in quei 25-30 anni in cui si è passati dai campi e dalle cascine alle rotaie e alle stazioni; concentrate nello spazio perché tutte le ferrovie milanesi sono apparse o semplicemente proposte all’interno del quadrante Nord-Est, in una disposizione che correva lungo l’allora Circonvallazione. Il viale delimitava la periferia della città e, con un arco, congiungeva Porta Tenaglia a Porta Venezia e a Porta Tosa. Solo i tempi più recenti hanno visto stazioni, scali e massicciate sorgere un po’ dovunque attorno alla città. Così, quel quarto di Milano e quel quarto di secolo sono stati determinanti per la crescita economica e relativo riscatto sociale non solo nel milanese o nella Lombardia. È stato quel quarto di città che ha visto aumentare le specializzazioni di operai che diventarono macchinisti, una professionalità estremamente ricercata e generatrice di riscatto sociale. È stato in quel quarto di città che si è creata la necessità di personale di accompagnamento dei treni, i capitreno, i conduttori, i frenatori. È stato in quel quarto di secolo che si sono espanse le possibilità di impiego per scrivani e amanuensi dedicati alla gestione di grandi quantità giornaliere di informazioni. Ed è stato perfino dove giovani ingegneri hanno potuto inserirsi nel mondo delle professionalità quando le occasioni di lavoro e di sviluppo erano in continuo aumento. Il quadrante Nord-Est di Milano diventa, così, il nucleo dell’eccezionale sviluppo della città che ha trascinato molto dell’economia italiana verso lo sviluppo. Questo libro racconta questa evoluzione e puntualizza gli avvenimenti che hanno portato alla nascita delle prime ferrovie milanesi. E non solo. Non rimane che aprire le pagine e correre su quelle rotaie. 

26,00 €

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Artestampa Edizioni 29612 DELIRIO SULL’APPENNINO TOSCO-EMILIANO di Maurizio Tolini

Artestampa Edizioni 29612

DELIRIO SULL’APPENNINO TOSCO-EMILIANO di Maurizio Tolini

DELIRIO SULL’APPENNINO TOSCO-EMILIANO – Caccia grossa alle 741.120, 740.278, 685.089, 685.196 di Maurizio Tolini Cronaca di cinque giornate fotografiche a tutto vapore, nelle spettacolari cornici della Garfagnana e della Faentina, all’inseguimento delle locomotive a vapore dei gruppi 741, 740 e 685 FS. L’occasione è nata dalla rimessa in pressione della 741.120 nel 2007. Nel corso degli anni 2008 e 2009 diversi treni fotografici sono stati organizzati da un appassionato tedesco, che ha saputo riunire oltre 100 fotografi provenienti da tutta Europa lungo i tracciati della linea Lucca-Aulla, nel tratto tra Lucca e Piazza al Serchio, e della Firenze-Faenza via Vaglia. Prede dell’inseguimento, la coppia 685.089 e 685.196, in singola e doppia trazione lungo la Faentina. Con la 741.120 e la 740.278 percorriamo la spettacolare linea della Garfagnana, in doppia in testa a un treno merci e singolarmente con un treno viaggiatori di carrozze Corbellini. Ben tre le girature in due tempi, non prive di inconvenienti, a Faenza e a Piazza al Serchio. Una breve storia riassume le caratteristiche delle locomotive e della Faentina. Per la linea della Garfagnana si rimanda al volume di Emiliano Maldini “Ferrovia Lucca-Aulla, binari fra Lunigiana e Garfagnana” edito da Tg-Trains.com e ancora disponibile Nel volume sono presenti 15 QR code attraverso i quali è possibile collegarsi direttamente alle clip video realizzate durante queste giornate e altre legate alle ferrovie interessate.

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Artestampa Edizioni 29605 ROBERTO SCOTTO – Portfolio 1970-2000 di Maurizio Tolini

Artestampa Edizioni 29605

ROBERTO SCOTTO – Portfolio 1970-2000 di Maurizio Tolini

ROBERTO SCOTTO – Portfolio 1970-2000 di Maurizio Tolini Un caleidoscopio di immagini realizzate da Roberto Scotto, classe 1954: tutto il parco trazione FS, dal vapore agli ETR fino alle E.464, carrozze comprese. Il lungimirante nonno materno, che condivide e alimenta le sue passioni, portandolo a vedere i treni nelle stazioni di La Spezia Migliarina e La Spezia Centrale e gli aerei a Genova, gli trasmette la passione della fotografia. A 18 anni Roberto incomincia a utilizzare in autonomia una reflex Praktina FX con obiettivo Zeiss Biotar 58 mm f2, acquistata dal nonno alla fine degli anni Cinquanta. Inizia così l’esperienza fotografica nell’ambiente ferroviario. I suoi obiettivi sono i treni più emblematici dell’epoca che passano sotto casa sua, ma, ben presto, tutto ciò che è treno lo affascina. Scatta principalmente sui binari del nodo spezzino con puntate in Adriatica, a Milano, Lodi e a Como San Giovanni dal 1973 in poi, magistralmente in bianco e nero e, dagli anni Ottanta, anche a colori. Fido cliente del trasporto pubblico, immortala anche i filobus nelle città che ha occasione di visitare. Nel 2004 attacca la reflex al chiodo perché, a suo avviso, non esistono più i presupposti per frequentare impianti e stazioni senza essere continuamente importunati da forze dell’ordine o avventori che poco hanno a che fare con l’ambiente ferroviario. Tuttavia, porta sempre con sé la piccola Sony W830, perché non si può mai sapere…

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Artestampa Edizioni 27335 MILANO PORTA TOSA – Alla ricerca di una stazione scomparsa di Silvio Gallio

Artestampa Edizioni 27335

MILANO PORTA TOSA – Alla ricerca di una stazione scomparsa di Silvio Gallio

MILANO PORTA TOSA – Alla ricerca di una stazione scomparsa di Silvio Gallio Milano Porta Tosa: la stazione che non c’è. Ma che c’è stata, anche se non ha mai avuto un vero sviluppo. I progetti erano grandiosi: edifici imponenti, un piazzale limitato. La realtà fu l’esatto contrario: un vasto piazzale, con edifici piuttosto angusti. E la sua storia fu breve, anche se intensa: al contrario delle altre stazioni milanesi, quasi tutte sopravvissute, alcune ristrutturate o adattate ad altri scopi, Milano Porta Tosa è scomparsa, cosa rara nella storia delle nostre ferrovie. Qualche labile traccia rimane nelle leggende metropolitane e negli incerti ricordi degli appassionati di vecchi binari. E negli archivi, a saperli interrogare, formulando le giuste domande. Chi l’ha pensata? Si conoscono dei progetti? Chi l’ha costruita? Ma è stata davvero costruita? Come, e quando? Quali linee, quali città serviva e come interagiva con il sistema Milano? E infine, e soprattutto: cosa ne è stato? Troveremo molte delle risposte andando “alla ricerca di una stazione perduta”. Le troveremo nei documenti, negli articoli di giornale, nella storia cittadina, e anche passeggiando per una geografia urbana che a saperla guardare conserva – nelle case, nel tracciato viario – tracce preziose e sorprendenti. Torneremo indietro alle Cinque Giornate scoprendo che proprio Milano Porta Tosa fu al centro di notevoli avvenimenti storici. Assisteremo a dibattiti tra progettisti, passeggiate sugli antichi bastioni, all’apprezzamento del Re. Perché la nostra stazione si nasconde tra le pieghe di un tempo affascinante, quello dei primi treni: quando l’Italia fece capolino fra le nazioni. “Le distanze non si misurano dalla quantità dello spazio, ma dalla somma del tempo che s’impiega a percorrerle”. Antonio Piola (1838) “Il pensiero di penetrar nel cuore della città per l’ampio e spopolato Corso di Porta Tosa, è commendevole pel trasporto dei passaggieri, i quali non amano di essere scarrozzati in un remoto sobborgo”. Carlo Cattaneo (1836)

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Artestampa Edizioni 26031 L’AMICO DI MUSSOLINI di Giovanni Barletta

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L’AMICO DI MUSSOLINI di Giovanni Barletta

L’AMICO DI MUSSOLINI di Giovanni Barletta Roma, 1935. All’ingresso di Palazzo Venezia un distinto signore cerca di essere ricevuto dal Duce. Si tratta dell’ingegnere Vittorio Morandi, che per tre lustri è stato impegnato sul grande cantiere della ferrovia direttissima Bologna-Firenze. Un’opera avveniristica, con la seconda galleria più lunga del mondo, diciotto chilometri e mezzo strappati alle viscere dell’Appennino tosco-emiliano. Ma Vittorio Morandi non è solo uno dei tanti tecnici che hanno permesso al regime di mutare il volto dell’Italia e trasformarlo in una nuova scenografia pronta ad accogliere i trionfi e le glorie patrie. Vittorio è anche, prima di tutto, un amico di Mussolini. Un amico dei tempi buoni, quando entrambi erano due irrequieti collegiali sempre a un passo dall’espulsione per cattiva condotta. Nonostante gli anni passati – e quali anni! – il loro rapporto appare miracolosamente intatto. Al punto che Vittorio sente di dover raccontare a Benito una storia. Perché dentro alla galleria dell’Appennino, in quindici anni, sono successe molte cose. E, forse, qualcosa ancora deve accadere. In un continuo andirivieni nel tempo e nello spazio, dalle quinte imperiali della Roma fascista alle aspre realtà dei cavatori di marmo di Carrara, dei contadini di Sarzana la Rossa, dei braccianti di Ca’ di Landino prestati come minatori alla Direttissima, questa storia quasi vera abbraccia quindici anni di mutamenti politici e sociali italiani, scanditi dai sogni e dalla vita di personaggi indimenticabili, eppure dimenticati dalla Storia.

16,00 €

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Artestampa Edizioni 28530 I TRENI DI LUSSO EUROPEI – “La Compagnie Internationale des Wagons-Lits” di Francesco Bochicchio

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Artestampa Edizioni 26857 ETR300 – Settebello

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ETR300 – Settebello

ETR300 – Settebello Il 21 novembre 1952, rappresenta una data storica per le nostre Ferrovie: quel giorno infatti, esce dallo stabilimento Breda di Sesto San Giovanni il futuristico elettrotreno ETR.301, il primo della preventivata serie di otto esemplari destinati a dare un nuovo volto alle nostre Ferrovie; pochi mesi dopo, nel marzo 1953 segue la seconda unità, l’ETR.302, mentre occorrerà attendere altri sei anni per assistere all’uscita della terza ed ultima unità – l’ETR.303 – avvenuta il 14 febbraio 1959. Causa i costi lievitati oltre quelli preventivati infatti, la serie degli ETR 300 ebbe termine con questo terzo esemplare, essendo ormai in uscita la versione “ridotta” del “Settebello”, l’ETR.250, costituito da soli quattro elementi, denominato poi “Arlecchino”. Ed è proprio in occasione del rientro in servizio dell’ETR.252 per l’effettuazione di prestigiosi treni d’epoca, seconda delle quattro unità realizzate e consegnata originariamente alle FS nel lontano 23 luglio 1960 in occasione delle Olimpiadi di Roma, che desideriamo riproporre questa storica monografia sull’Elettrotreno ETR 300, suo capostipite, con la sua dettagliata descrizione, apparsa come estratto del fascicolo di luglio/agosto 1953 di Ingegneria Ferroviaria. Una menzione particolare va a Maurizio Panconesi che ha reso possibile questa preziosa pubblicazione grazie al suo archivio e alla sua grande competenza sulla storia delle Ferrovie.

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Artestampa Edizioni 25164 PLANIMETRIE, CARTINE + OPUSCOLO FOTOGRAFICO della DIRETTISSIMA BOLOGNA-FIRENZE

Artestampa Edizioni 25164

PLANIMETRIE, CARTINE + OPUSCOLO FOTOGRAFICO della DIRETTISSIMA BOLOGNA-FIRENZE

PLANIMETRIE, CARTINE + OPUSCOLO FOTOGRAFICO della DIRETTISSIMA BOLOGNA-FIRENZE Di Enrico Marone e Maurizio Panconesi A corredo della pubblicazione LA DIRETTISSIMA BOLOGNA-FIRENZE, esce questa cartellina contenete 13 planimetrie e cartine dell’intero tracciato della linea, con i dati che furono utilizzati dall’Ing. Enrico Marone e dai suoi collaboratori, Per la prima volta vennero impiegate soluzioni e accorgimenti innovativi e inediti. . In modo particolare vengono riproposte le cartine della Grande Galleria dell’Appennino. Il sistema di gallerie attraverso i rilievi appenninici (36,8 km totali), che ad oggi annovera con la “Grande Galleria dell’Appennino”, uno dei 20 tunnel ferroviari più lunghi al mondo, hanno accorciato drasticamente le distanze, inaugurando di fatto l’era della globalizzazione. Proprio in queste gallerie, però, i lavori subirono importanti rallentamenti a causa dello scoppio della prima guerra mondiale, poi furono ostacolati da frequenti crolli, esplosioni di gas naturali, inondazioni e un grave incendio che imperversò per quattro mesi; si arrivò perfino a costruire un tunnel parallelo per poter proseguire i lavori di avanzamento interrotti dalle fiamme nel condotto principale. Nei 21 anni impiegati per la costruzione della linea, 99 persone persero la vita. I 3.500 lavoratori che presero parte al progetto lavorando su diversi cantieri, sono la testimonianza della mole di forze che è stata necessaria per realizzare questa grande opera. APPARATO ICONOGRAFICO Fiore all’occhiello del progetto è la vasta, in parte inedita, raccolta di immagini documentarie delle fasi di costruzione della linea ferroviaria e dei più significativi episodi ad essa legati.

50,00 €

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Artestampa Edizioni 22835 LA DIRETTISSIMA BOLOGNA-FIRENZE di Enrico Marone e Maurizio Panconesi

Artestampa Edizioni 22835

LA DIRETTISSIMA BOLOGNA-FIRENZE di Enrico Marone e Maurizio Panconesi

LA DIRETTISSIMA BOLOGNA-FIRENZE di Enrico Marone e Maurizio Panconesi Il progetto di rieditare, in edizione anastatica e con un’ampia introduzione aggiornata, l’opera che l’Ing. Enrico Marone dedicò, nel lontano 1935, alla Memoria dei lavori di costruzione della Direttissima Bologna-Firenze, nasce all’interno di un più ampio orizzonte di valorizzazione della cultura del territorio e delle sue eccellenze, che trova nell’associazione ABC – Appennino Bene Culturale un interlocutore di riferimento. Essendo ricorso da pochi anni (aprile 2014), l’ottantesimo anniversario dell’inaugurazione della Direttissima, è parso opportuno cogliere l’occasione per riscoprire il valore di un’infrastruttura, estremamente innovativa per i tempi, che ha cambiato radicalmente i trasporti e la mobilità nell’Appennino Tosco Emiliano e dell’Italia intera. CONTENUTI E SCANSIONE DELL’OPERA Nella parte introduttiva, Maurizio Panconesi presenta in primo luogo la figura dell’Ingegnere Enrico Marone, direttore dei lavori della Direttissima Bologna-Firenze dal 1915 al 1930, anno della conclusione del proprio impegno nella grande Opera. Figura di tecnico ma anche di filantropo, l’Ing. Marone arrivò a finanziare di persona la fine dei lavori della ferrovia e il pagamento delle maestranze, che era stato interrotto per la disastrosa crisi economica degli anni Venti. Dei due volumi di Memorieredatti dall’Ing. Marone, il curatore ripropone per intero, in ristampa anastatica, quello che contiene le relazioni sul progetto e sui lavori e le fotografie d’epoca. (A parte sarà possibile richiedere all’editore le tavole tecniche in cui sono stati isolati gli elementi più rilevanti e più accessibili a un ampio pubblico di lettori). Nella parte introduttiva, Panconesi traccia una storia puntuale delle fasi di realizzazione della linea, dalla costruzione delle cosiddette Ferrovie di Servizio sui due versanti della tratta alla realizzazione del “cuore” materiale del progetto, la Grande Galleria dell’Appennino che ha visto impiegati ben 1850 uomini e altrettanti addetti ai servizi. Storia della ferrovia è anche storia del lavoro, e della sicurezza sul lavoro: Panconesi si sofferma su questo tema con una ricerca puntuale, indagando sui metodi di prevenzione e soccorso in uso nel cantiere ferroviario – maschere antigas, farmaci preventivi delle più comuni patologie “da scavo”, sistemi di fuga – e più in generale sul trattamento dell’infortunistica e dell’assicurazione dei lavoratori. Il tema del lavoro viene affrontato poi anche sotto il profilo politico e sociale, indagando sulle modalità di commissione delle opere e ingaggio delle maestranze, senza trascurare qualche riflessione sui nuovi “villaggi operai” sorti attorno al cantiere della linea per ospitare le famiglie dei lavoratori provenienti da tutta Italia. Un capitolo è poi dedicato ai protagonisti dell’opera realizzata, ovvero i nuovissimi e prestigiosi treni veloci che dovevano sfrecciare sulla nuova poderosa infrastruttura: l’ETR 200, “disegnato dal vento”, l’ETR 300, ossia il famoso Settebello, icona della ricostruzione postbellica, fino ai recenti Eurostar e Frecce. Ma come si viaggiava sulla nuova linea? Panconesi dà voce anche a questo aspetto di storia del costume, dedicando un capitolo ai grandi avvenimenti storici che hanno avuto la linea della Direttissima come cornice. Infine, l’introduzione si chiude con un’ampia documentazione sulla ricostruzione postbellica e gli ampliamenti e modifiche effettuati a partire dagli anni Cinquanta. APPARATO ICONOGRAFICO Fiore all’occhiello del progetto è la vasta, in parte inedita, raccolta di immagini documentarie delle fasi di costruzione della linea ferroviaria e dei più significativi episodi ad essa legati.

35,00 €

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